Era una domenica tranquilla, troppo tranquilla forse.
In casa si respirava aria di serenità;
ognuno di noi certo aveva qualcosa da fare, magari si preparava per
andare al cinema, uscire con gli amici, la famiglia, insomma di sicuro stavamo facendo tutti qualcosa. Anch’io.
Ascoltavo musica, come sempre nei
momenti liberi e leggevo anche un bel libro (Croniche Epafaniche di
Francesco Guccini). Vibra il cellulare, poi mi chiama un amico, quasi a
rincuorarmi prima di darmi la notizia. Sembra che quel giorno ero
l’unico a non essere collegato ad internet, forse volutamente, forse il
fato.
Mi dà subito quella notizia, la vita
prima o poi te la da per qualcuno, mi dice “Ehi rockettaro, è morto il
tuo mito, Lou Reed se ne è andato”!
Ci resto di stucco, davvero, credetemi, quasi mi vengono le lacrime agli occhi.
Anzi, no! Piango davvero!
Di Lou Reed tutto possiamo dire, che
la sua vita sia stata fuori da ogni regola, fuori (forse) da ogni
logica. Che sia stato un tossico, un depravato, un ritrovato, ma della
sua musica non si può parlare in modo negativo! Quelle sue note di
chitarra hanno cambiato il mondo del rock; hanno contribuito sia con i
Velvet Underground che con la sua carriera solista a sfasciare le regole
della musica, a disintegrarle nel nome di un nuovo modo di intendere il
rock.
Tre soli accordi per cambiare il mondo del rock.
Ostile, sinistro, scontroso nelle interviste, il suo modo di vivere ha cambiato molto non solo la musica ma anche quello di una New York arida, di una Coney Island tossica, depravata
Qualcuno lo ha paragonato ad una sorta di "angelo del male", proprio per la sua tendenza a raccontare in musica storie difficili, molto spesso in modo crudo e diretto.
Una sorta di Poe dei nostri tempi al quale lui stesso ha dedicato anche un album.
Ma noi che lo abbiamo seguito sin dall’inizio con i Velvet, noi che in casa abbiamo tutto lo scindibile e inimagginabile su di lui, noi che lo abbiamo visto più di una volta in concerto,vogliamo ricordarlo così, con una strofa di una sua ballata che lo rappresenta.
Si, sono un figlio di Madre Natura
e sono l’unico
faccio quello che voglio e voglio ciò che vedo
poteva capitare solo a me
Sono così libero
sono così libero
(Traduzione di parte del brano “I’m so free” (Sono così libero) tratto da Transformer)
Ancora R.I.P. Lou! Ci manca il tuo rock!
Ostile, sinistro, scontroso nelle interviste, il suo modo di vivere ha cambiato molto non solo la musica ma anche quello di una New York arida, di una Coney Island tossica, depravata
Qualcuno lo ha paragonato ad una sorta di "angelo del male", proprio per la sua tendenza a raccontare in musica storie difficili, molto spesso in modo crudo e diretto.
Una sorta di Poe dei nostri tempi al quale lui stesso ha dedicato anche un album.
Ma noi che lo abbiamo seguito sin dall’inizio con i Velvet, noi che in casa abbiamo tutto lo scindibile e inimagginabile su di lui, noi che lo abbiamo visto più di una volta in concerto,vogliamo ricordarlo così, con una strofa di una sua ballata che lo rappresenta.
Si, sono un figlio di Madre Natura
e sono l’unico
faccio quello che voglio e voglio ciò che vedo
poteva capitare solo a me
Sono così libero
sono così libero
(Traduzione di parte del brano “I’m so free” (Sono così libero) tratto da Transformer)
Ancora R.I.P. Lou! Ci manca il tuo rock!